
Maghas, 1 Gennaio 1067, Palazzo dei Mille Cavalli.
Seduto alla finestra del suo studio Durgulel I, Principe degli Alani, osservava stancamente una vecchia mappa rovinata dal tempo: era stato un regalo di suo padre Respendial (che Dio l'abbia in gloria) per il compimento del quindicesimo anno di età, e i trentasette anni da allora trascorsi non avevano giovato al sottile tessuto, dipinto a mano da un miniaturista arabo. Rappresentava in maniera stilizzata l'area compresa tra i due mari, il Nero ed il Caspio, antico territorio del popolo alano: su di essa erano tracciati i confini politici delle diverse entità della zona, corrette nel corso del tempo per far fronte ai mutamenti politici da mani meno abili ed artistiche di quelle dell'autore originario. Su quella mappa, il piccolo territorio del Principato pareva sparire, inglobato dalle grandi masse degli Imperi circostanti, e per questo il suoo confine erano stato intarsiato in oro affinchè risplendesse e spiccasse più di quanto non fosse dato dalle sue dimensioni.
Durgulel socchiuse gli occhi per distinguere meglio confini e colori, e lasciò vagare lo sguardo sulle trame intessute: a nord, il verde un tempo brillante che rappresentava i territori dei Cumani era sbiadito, a differenza del potere dei suoi abitanti, sempre più minacciosi ed aggressivi nei confronti del piccolo Principato; a ovest, l'azzurro amichevole del Regno di Georgia, alleato storico degli Alani: la mente del principe corse immediatamente alla sorella Bodena, che aveva sposato in giovane età re Bagrat, e da allora viveva laggiù, da qualche parte nell'azzurro. Il porpora dell'Impero Bizantino colmava un'ampia fetta della mappa, rassicuramente e minaccioso allo stesse tempo; ma era una zona più piccola ad attirare maggiormente l'attenzione del principe: si trattava di una regione dipinta nello stesso colore del territorio alano, poichè al momento della creazione della mappa ne faceva parte: il Kasogs, ora controllato dal ribelle e traditore Buurgur. Durgulel sospirò, come sempre faceva quando ripensava ai giorni delle sommosse e delle battaglie: suo padre gli aveva lasciato sedici anni prima un piccolo regno, e lui avrebbe passato al proprio figlio un territorio ancora ridotto.
Il nobile si guardava attorno allarmato e con volto cinereo, aspettandosi da un momento all'altro che qualche guardia sbucasse da dietro gli arazzi per decapitarlo: ma con ogni minuto che passava (e nel quale la testa pareva voler restare al proprio posto) il suo viso riprendeva un po' del coloro naturale. "Suarn, Falco di Kuma" ed il Principe non potè (nè volè) nascondere l'ironia nella propria voce a queste parole "non temere per la tua vita. Se avessi voluto eliminarti lo avrei fatto nel vicolo dove sei stato arrestato: preferisco evitare di sporcare col sangue dei traditori i miei tappeti persiani". Un lungo sospiro di sollievo fu l'unica risposta che gli giunse dal prigioniero. "Ho deciso di essere clemente perchè tuo padre è stato come un secondo padre per me, e mi ha aiutato a crescere e cavalcare. Ma il tuo tentativo di ribellione, per quanto stupido e insulso, non può passare impunito: da questo momento sei privati del tuo titolo nobiliare e della tua libertà, e sarai segregato in questo palazzo per il resto della tua vita. A te la scelta di come trascorrere questi ultimi anni, se incatenato alle pareti di una cella o utilizzando il coraggio e l'ambizione che hai dimostrato in maniera più consona e utile per il tuo popolo." Durgulel fece una pausa nel suo discorso, e osservò attentamente l'uomo che aveva di fronte: stava forse lasciando entrare nel proprio letto una serpe velenosa? Anni prima lo avrebbe sgozzato personalmente, ma era ormai stanco di sangue e faide e sperava in questo modo di evitarne una: che il tempo lo avesse rammollito? "Allora Suarn, cosa decidi?". Calde lacrime scorrevano sulle guance del nobile decaduto, e quando questi sollevò lo sguardo i suoi occhi risplendevano di gratitudine "Sarò il vostro umile servo, mio signore, finchè avrò fiato: grazie per aver risparmiato la mia famiglia". Il Principe non gli disse che i suoi famigliari erano già stati imprigionati nelle segrete di Kuma, nel caso in cui il Falco non avesse accettato di diventare colomba...
