mercoledì 8 agosto 2007
Un nuovo inizio
Maghas, 1 Gennaio 1067, Palazzo dei Mille Cavalli.
Seduto alla finestra del suo studio Durgulel I, Principe degli Alani, osservava stancamente una vecchia mappa rovinata dal tempo: era stato un regalo di suo padre Respendial (che Dio l'abbia in gloria) per il compimento del quindicesimo anno di età, e i trentasette anni da allora trascorsi non avevano giovato al sottile tessuto, dipinto a mano da un miniaturista arabo. Rappresentava in maniera stilizzata l'area compresa tra i due mari, il Nero ed il Caspio, antico territorio del popolo alano: su di essa erano tracciati i confini politici delle diverse entità della zona, corrette nel corso del tempo per far fronte ai mutamenti politici da mani meno abili ed artistiche di quelle dell'autore originario. Su quella mappa, il piccolo territorio del Principato pareva sparire, inglobato dalle grandi masse degli Imperi circostanti, e per questo il suoo confine erano stato intarsiato in oro affinchè risplendesse e spiccasse più di quanto non fosse dato dalle sue dimensioni.
Durgulel socchiuse gli occhi per distinguere meglio confini e colori, e lasciò vagare lo sguardo sulle trame intessute: a nord, il verde un tempo brillante che rappresentava i territori dei Cumani era sbiadito, a differenza del potere dei suoi abitanti, sempre più minacciosi ed aggressivi nei confronti del piccolo Principato; a ovest, l'azzurro amichevole del Regno di Georgia, alleato storico degli Alani: la mente del principe corse immediatamente alla sorella Bodena, che aveva sposato in giovane età re Bagrat, e da allora viveva laggiù, da qualche parte nell'azzurro. Il porpora dell'Impero Bizantino colmava un'ampia fetta della mappa, rassicuramente e minaccioso allo stesse tempo; ma era una zona più piccola ad attirare maggiormente l'attenzione del principe: si trattava di una regione dipinta nello stesso colore del territorio alano, poichè al momento della creazione della mappa ne faceva parte: il Kasogs, ora controllato dal ribelle e traditore Buurgur. Durgulel sospirò, come sempre faceva quando ripensava ai giorni delle sommosse e delle battaglie: suo padre gli aveva lasciato sedici anni prima un piccolo regno, e lui avrebbe passato al proprio figlio un territorio ancora ridotto.
Scuotendo il capo, il vecchio alano si alzò dalla poltrona, gettò uno sguardo veloce ai monti innevati che circondavano la capitale e fece cenno ad un servo affinchè questi aprisse la porta e facesse accomodare l'ospite che attendeva fuori ormai da qualche ora. Il Principe nascose appena un sorriso malinconico vedendo l'uomo che entrava nella stanza: ecco, almeno in questo non aveva deluso i suoi avi. Durgulel non potè fare a meno di pensare che il tempo era stato inclemente col "Falco di Kuma", come il nuovo entrato amava farsi chiamare: i capelli avevano ormai abbandonato la sua fronte (ed anche il resto del cranio, a dirla tutta), e le sue guance apparivano smunte ed incavate. Suarn era l'ultimo figlio, giunto ormai ben oltre i quarant'anni, di una antica ma povera stirpe nobiliare originaria della regione di Kuma, ed aveva avuto la pessima idea di riinverdire gli antichi fasti tentando di portare alla rivolta la propria terra d'origine: solo grazie alle sue spie (e allo scarso seguito raccolto da Suarn) il Principe era venuto a conoscenza per tempo della minaccia, ed aveva sedato la cosa senza spargimenti di sangue.
Il nobile si guardava attorno allarmato e con volto cinereo, aspettandosi da un momento all'altro che qualche guardia sbucasse da dietro gli arazzi per decapitarlo: ma con ogni minuto che passava (e nel quale la testa pareva voler restare al proprio posto) il suo viso riprendeva un po' del coloro naturale. "Suarn, Falco di Kuma" ed il Principe non potè (nè volè) nascondere l'ironia nella propria voce a queste parole "non temere per la tua vita. Se avessi voluto eliminarti lo avrei fatto nel vicolo dove sei stato arrestato: preferisco evitare di sporcare col sangue dei traditori i miei tappeti persiani". Un lungo sospiro di sollievo fu l'unica risposta che gli giunse dal prigioniero. "Ho deciso di essere clemente perchè tuo padre è stato come un secondo padre per me, e mi ha aiutato a crescere e cavalcare. Ma il tuo tentativo di ribellione, per quanto stupido e insulso, non può passare impunito: da questo momento sei privati del tuo titolo nobiliare e della tua libertà, e sarai segregato in questo palazzo per il resto della tua vita. A te la scelta di come trascorrere questi ultimi anni, se incatenato alle pareti di una cella o utilizzando il coraggio e l'ambizione che hai dimostrato in maniera più consona e utile per il tuo popolo." Durgulel fece una pausa nel suo discorso, e osservò attentamente l'uomo che aveva di fronte: stava forse lasciando entrare nel proprio letto una serpe velenosa? Anni prima lo avrebbe sgozzato personalmente, ma era ormai stanco di sangue e faide e sperava in questo modo di evitarne una: che il tempo lo avesse rammollito? "Allora Suarn, cosa decidi?". Calde lacrime scorrevano sulle guance del nobile decaduto, e quando questi sollevò lo sguardo i suoi occhi risplendevano di gratitudine "Sarò il vostro umile servo, mio signore, finchè avrò fiato: grazie per aver risparmiato la mia famiglia". Il Principe non gli disse che i suoi famigliari erano già stati imprigionati nelle segrete di Kuma, nel caso in cui il Falco non avesse accettato di diventare colomba...
Gli Alani prima del 1066
Le prime fonti scritte aventi come oggetto il popolo degli Alani giunte fino a noi sono di origine prevalentemente greca e cinese: Strabone ne parla infatti nelle sue opere, dove descrive gli Alani come un popolo di pastori e cacciatori dediti alla guerra e alla razzia; lo storico afferma che gli "Aorsi" potevano facilmente armare 200.000 arcieri a cavallo, tramite i quali controllavano le vie carovaniere che collegavano l'Impero Persiano alla Cina: lungo questa direttrice gli Alani commerciavano monili in oro, oggetti prezioni dell'India, cammelli e stoffe.
Lo storico cinese Sima Quian (100 a.C. circa) li descrive ancora come nomadi e grandi allevatori di cavalli, ma Ammiano Marcellino li colloca già nella loro dimora definitiva, tra il Mar Caspio ed il Mar Nero (pur parlandone anch'egli come un popolo di grandi guerrieri, alti e dagli occhi azzurri e feroci, abilissimi cavallerizzi). Nel primo secolo dopo Cristo, seguendo le migrazioni degli Sciti, gli Alani invadono la Media e l'Armenia dove sconfiggono i rispettivi eserciti e ne razziano i territori prima di far ritorno in Ossezia. Dopo alcune infruttuose campagne romane volte a pacificare la regione (come quella di Flavio Arriano), gli Alani devono fare i conti con la minaccia più grave mai affrontata nella loro storia: l'invasione degli Unni nel 370 d.C. Sconfitti e dispersi, alcuni gruppi di Alani seguono le vie migratorie barbariche verso occidente dove partecipano attivamente negli scontri contro le popolazioni indigene ottenendo rispetto e ammirazione (vedasi i commenti di Gregorio di Tours ad una battaglia tra i Franchi e i Vandalo-Alani nel Liber Historiae Francorum). Una vasta parte del popolo alano rimane però nella terra natia, godendo di una certa indipendenza sotto il dominio unno e sviluppando una serie di unioni matrimoniali e territoriali che porteranno alla nascita del Principato di Alania nel Medievo. Divenuti ormai una forza consolidata nell'area gli Alani entrano in contatto con l'Impero Bizantino, per il quale combattono spesso come mercenari ottenendo anche in questi lidi fama e onore, al punto che Aspar, uno dei loro capi, viene scelto come Magister Militum dell'Impero nel 460.
Nell'ottavo secolo sorge quindi il Principato di Alania, nato dall'unione delle diverse tribù e città alane nell'Ossezia. La nuova entità politica deve subito confrontarsi con un nuovo nemico, il potente khaganato del Khazar, e solo con l'aiuto dei bizantini gli Alani riescono a respingere il nemico nel 900 d.C. E' in questo periodo che i principi ed i dignitari alani abbandonano la fede ebraica per convertirsi al cristinesimo ortodosso.
Rafforzatosi dalle dure prove sostenute, il Principato esce lentamente dall'orbita bizantina e, forte della propria indipendenza, si prepara ad affrontare il futuro a viso aperto.
Qui ha inizio la nostra storia, a Maghas, capitale del regno Alano, nel gennaio del 1067 d.C.
Presentazione
Questo blog nasce come supporto alla mia campagna giocata con il Principato di Alania, attraverso le varie epoche della serie Paradox (Crusader Kings, Europa Universalis III, Victoria e Hearts of Iron). L'obiettivo non è quello di conquistare il mondo (come capita spesso in questo tipo di giochi), ma quello di sviluppare una storia realistica e credibile, sia tramite l'ausilio di mod ad hoc, sia tramite house rules "gdristiche" volte a limitare certe meccaniche antistoriche presenti nei suddetti giochi.
La pubblicazione del blog ha scopo principalmente personale, per approfondire la storia del popolo degli Alani-Osseti e per uniformare le diverse esperienze della campagna, ma commenti e discussioni sono ben accette ed apprezzate.
АЛАН!
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